Italia: la Corte di Cassazione abbatte l’imposta di Windows

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La Corte di Cassazione Italiana ha assestato un forte colpo

La Corte di Cassazione Italiana ha assestato un forte colpo contro la pratica di imporre software non libero a chi acquista PC e laptop. Secondo quanto riportato da La Repubblica, martedi la corte ha depositato una sentenza nella quale ad un acquirente è stato riconosciuto il diritto di ricevere un rimborso per il prezzo della licenza Microsoft Windows involotariamente acquistata con il suo computer.

I giudici hanno aspramente criticato la pratica di vendere PC esclusivamente con sistema operativo non libero preinstallato definendola “una politica commerciale di distribuzione forzata”. La corte ha tacciato questa pratica come “tendenzialmente monopolista”. Ha anche sottolineato che la suddetta pratica implica che gli utilizzatori finali siano forzati all’uso di ulteriori applicazioni non libere a causa dei problemi di compatibilità e interoperabilità, a prescindere dal fatto che vogliano o meno questo genere di programmi.

“Questa decisione è sia benvenuta che a lungo attesa”, dice Karsten Gerloff, Presidente della Free Software Foundation Europe. “A nessun rivenditore dovrebbe essere permesso di imporre agli utenti un software non libero.”

Free Software Foundation Europe è da molto in lotta contro l'”imposta Windows”, come il pagamento involontario alla Microsoft è spesso chiamato. L’organizzazione mantiene una pagina wiki con consigli per i consumatori che vogliano evitare di fornire fondi allo sviluppo del software non libero, e considerazioni dalle persone che sono riuscite a restituire le licenze che erano stati forzati a comprare.

In risposta a questa sentenza, le autorità italiane dovrebbero scoraggiare l’impacchettamento di software e hardware, e compiere passi pratici per assicurare che i consumatori possano realmente esercitare la propria libertà di scelta. I governi europei dovrebbero compiere gli stessi passi e incoraggiare i consumatori ovunque ad installare ed usare il Software Libero.

“Questa pratica di distribuzione forzata deve finire,” dice Gerloff. “Speriamo che le autorità italiane convertano questa sentenza in una vera vittoria per i consumatori e che assicurino che chi compra un computer possa scegliere la propria macchina con qualsiasi sistema operativo desiderino, o con nessuno.”

Il numero della sentenza è 19161 / 2014.

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