L’Italia privilegia il Software Libero nel settore pubblico

Inviato da:

logo_FSFE

Una decisione esemplare per la Free Software
Foundation Europe

Il governo italiano ha fatto del Software Libero l’opzione predefinita per le pubbliche amministrazioni. In un documento, pubblicato mercoledì 8 di gennaio 2014, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha fissato regole in base alle quali tutte le organizzazioni governative del paese devono valutare l’utilizzo di Software Libero prima di acquistare licenze per programmi proprietari.

Il documento, dal titolo “Linee guida per la valutazione comparativa [del software]”, disegna un dettagliato procedimento che gli enti pubblici sono tenuti ad adottare per decidere quale software utilizzare. E’ stabilito che essi debbano verificare la disponibilità di programmi in Software Libero adatti, oppure scegliere software sviluppato per il settore pubblico. Solo qualora non siano disponibili programmi di queste categorie, essi potranno valutare l’acquisto di software non libero.

“Non ci sono scuse. Tutte le amministrazioni pubbliche devono scegliere il Software Libero oppure optare per il riutilizzo di software ogni qual volta ciò sia possibile”, dichiara Carlo Piana, Consigliere Generale di FSFE, che ha preso parte ai lavori della commissione che ha fornito la consulenza per le linee guida. “Ora il Software Libero ed il riuso sono la norma, il software proprietario l’eccezione. Questa è ad oggi l’azione positiva più avanzata in Europa. Sono realmente orgoglioso che l’Italia faccia da apripista, per una volta”.

“Questo è un grande esempio di una misura semplice che i governi in ogni paese potrebbero adottare per acquisire il controllo delle proprie infrastrutture IT”, afferma Karsten Gerloff, Presidente di FSFE. “Free Software permette alle agenzie governative di recuperare la propria sovranità tecnologica, a le aiuta a rendere più complesso per spie straniere l’accesso ai dati dei cittadini ed alle informazioni riservate. Incoraggiamo altri paesi in Europa e nel mondo ad approfondire e prendere esempio dall’Italia”.

Il documento è stato redatto dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che per la prima volta ha adottato un procedimento di consultazione che ha coinvolto rappresentanti del settore pubblico, della comunità del Software Libero, e dei produttori di software proprietario.

Di fondamentale importanza, le nuove regole giungono accompagnate da un meccanismo che ne assicura l’adempimento. Sia gli enti pubblici che i cittadini interessati possono chiedere all’Agenzia per l’Italia Digitale di verificare se una specifica organizzazione stia seguendo la procedura correttamente. I giudici amministrativi possono annullare le decisioni che violino queste regole. In caso di negligenza, i singoli funzionari pubblici potranno essere ritenuti personalmente perseguibili.

2

Commenti

Aggiungi un commento